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Per tutto il 2020 le aziende che si sono impegnate a produrre un vaccino per sconfiggere il Covid-19 hanno infiammato i mercati, tuttavia non tutti i titoli stanno reagendo allo stesso modo, ogni vaccino ha caratteristiche specifiche che lo rende più o meno appetibile dai compratori

I vaccini sono considerati un enorme business dove le aziende fanno montagne di utili ma è davvero così  ?

  1. Pfizer (+6% da inizio 2020)

Il gigante farmaceutico, da anni in sofferenza, ha trovato nella pandemia un’occasione di riscatto, gli utili dell’azienda esploderanno, il mercato ad ora non ha ancora prezzato questa crescita, penalizzando l’azienda per via degli scarsi risultati ottenuti nel periodo Pre-Covid. L’azienda era in forte difficoltà, il debito continuava a crescere, nel 2020 sia per i il business legato ai vaccini sia per lo spin di Upjohn Business che insieme con Mylan N.V. ha creato la nuova azienda “Viatris Inc.” e ha permesso di ridurre il debito a lungo termine

L’azienda terminata la pandemia, potrebbe tornare ad avere utili piatti come in passato, tuttavia la cassa generata nel 2020-2023 aiuterà a risanare il bilancio e rilanciare gli investimenti 

2. AstraZeneca (-1% da gennaio 2020) 

L’intenzione di vendere il vaccino al costo di produzione (almeno fino alla durata dell’emergenza) e la difficoltà legata ai casi di trombosi hanno penalizzato il titolo, che permane in uno stato di forte lateralità, va però sottolineato che gli interessi degli investitori vertono verso gli altri business dell’azienda legata allo sviluppo di farmaci con obbligo di prescrizione medica per patologie:

– cardiovascolari

-infiammatorie,

– oncologiche

un insuccesso nel vaccino non dovrebbe penalizzare le buone stime di crescita legate all’azienda:

Gli utili sono visti in crescita del 23%, un numero record tra le big pharma.

3. Johnson & Johnson (+15% da gennaio 2020) 

Come AstraZeneca non ha ancora prezzato possibili utili derivanti dal vaccino, l’azienda è vista come un “game changer” sia perché è un vaccino monodose sia per la facilità di conservazione, ma come l’azienda inglese paga il tipo di vaccino (non legato alla tecnologia MRNA) per via dei sospetti casi di trombosi.

Anche il destino di azienda, come AstraZeneca, non è legato strettamente ai vaccini, ma a differenza della compagnia anglosvedese, Johnson & Johnson è molto più diversificata:

-prodotti farmaceutici (51,4%): farmaci destinati al trattamento di malattie cardiovascolari, malattie oncologiche, malattie gastrointestinali, immunologiche, neurologiche, dermatologiche, ecc
– prodotti e attrezzature mediche (31,6%): sistemi diagnostici, attrezzature ortopediche e ginecologiche, materiale chirurgico, ecc. per l’utilizzo da parte di professionisti della sanità;

– prodotti destinati al consumo da parte del grande pubblico (17%): Farmaci da banco, prodotti oftalmologici (n. 1 produttore mondiale di lenti a contatto morbide; marchio Acuvue), prodotti nutrizionali, prodotti per la cura della persona (marchi RoC, Neutrogena, ecc.), prodotti per l’igiene femminile e la cura del bambino, ecc.

Il vaccino da game changer rischia di “scomparire” nel 2022 a vantaggio di quelli ad Mrna messaggero.

4. Biontech (+304 % da gennaio 2020)

L’azienda è volata in borsa grazie alla partnership con Pfizer, tuttavia le incertezze sul futuro sono molte, Pfizer ha annunciato di non voler collaborare in futuro con biontech per nuovi vaccini, e l’intenzione di tenersi la tecnologia legata all’ MRNA tutta per sé.

5. Moderna (+800% da gennaio 2020)

L’azienda più interessante, da anni sta studiando un vaccino MRNA contro i tumori. È l’azienda più giovane tra quelle citate, nel marzo 2013 fece un grosso passo avanti: Moderna e AstraZeneca hanno firmato un accordo di opzione esclusiva quinquennale per scoprire, sviluppare e commercializzare l’mRNA per i trattamenti nelle aree terapeutiche delle malattie cardiovascolari, metaboliche e renali e obiettivi selezionati per il cancro. Nel 2020 con l’arrivo della vaccino c’è stata un esplosione degli utili, come da grafico si stimano 10 miliardi di utili nel solo 2021, per poi scendere negli anni successivi

il rischio è appunto legato al futuro, l’azienda genera utili solo grazie al vaccino Covid, tuttavia la forza della tecnologia mRNA sarà uno strumento utilizzabile anche per la produzione di nuovi vaccini e la montagna di liquidità che si verrà a creare in questi anni permetterà all’azienda di fare nuovi investimenti e diversificare il business.

6. Curevac (quotata nel 2020)

A fine maggio è attesa la registrazione del vaccino CureVac che usa la tecnologia dell’Rna messaggero, come Pfizer e Moderna, e che ha dati preliminari molto buoni, ma a differenza delle rivali ha una facilità di conservazione superiore, si mantiene stabile a una temperatura da frigorifero di 5° C, e può essere persino tenuto a temperatura ambiente per 24 ore in vista dell’inoculazione.

I Vincitori

Purtroppo la pandemia difficilmente riuscirà ad esaurirsi nel 2021, ci sarà ancora spazio per nuove sorprese e nuovi vaccini che potrebbero sbaragliare la concorrenza, oltre le sei aziende coinvolte sono tante le realtà che stanno provando a lanciare il loro vaccino su tutte Novavax, Sanofi, Vaxart, tuttavia ad ora è difficile che arrivino ad avere i volumi di vendita delle prime 6. Ad ora le vincitrici sono Moderna e Biontech-Pfizer legate alla produzione di vaccini mRNA, Curevac potrebbe aggiungersi alla lista, mentre i vaccini come Johnson & Johnson, Astrazeneca rischiano di non vedere rinnovati i contratti per il biennio 2022-2023.