Il 2021 si appresta a divenire, come il biennio precedente, l’ennesimo anno da record per le borse, ma i driver che hanno spinto gli indici si differenziano notevolmente dal periodo precedente
Le cosiddette aziende value, legate a business tradizionali e meno improntati sulla crescita, hanno sostenuto gli indici, dopo più di un decennio che avevano lasciato spazio alle Growth
1. Financial
I titoli legati alla finanza tradizionale hanno ottenuto performance ottime, sia per via di uno scostante ma lento ritorno alla normalità, sia per le prospettive di un possibile rialzo dei tassi di interesse; i tassi bassi hanno, negli anni, eroso i margini di intermediazione e complicato l’allocazione del capitale ricevuto dai clienti. Ecco in seguito alcuni:
- Wells Fargo + 69%
- Jp Morgan Chase + 29,16%
- Bank of America + 49%
- Intesa san Paolo + 19%
2. Oil and gas
Il 2020 è stato un anno durissimo per il settore, ma nel 2021il forte rialzo dei prezzi delle materie prime ha sostenuto il settore, il mondo a parole pare avere intenzione di voltare pagina, iniziando ad avere un’ adozione massiva delle energie rinnovabili, ed è la stessa finanza ad andare incontro al comparto dell’energia pulita, la regolamentazione ESG rende difficile alle aziende petrolifere accedere ai finanziamenti, favorendo i competitor green, gli stessi governi incentivano le rinnovabili e disincentivano al contrario i petroliferi.
La situazione appare sempre più nera per il futuro del settore, ma con grande sorpresa, nell’atto pratico i combustibili fossili continuano ad essere la soluzione più affidabile, il 2021 è stato un anno nero per il settore eolico per via di particolari condizioni climatiche avverse, l’energia solare non è ancora riuscita ad arrivare ad un livello di efficienza accettabile e inoltre l’ormai celeberrima auto elettrica subisce sempre più attacchi per l’insostenibilità di una sua adozione di massa.
Alcune aziende che hanno ben performato nel 2021
- Eni +48%
- Chevron +33%
- ConocoPhillips + 88%
3. Immobiliare
Il settore immobiliare, rappresentato dai Real Estate Investment Trusts (aka REIT’s) ha risentito positivamente di un graduale ritorno alla normalità, la maggior parte dei Reit’s infatti ha a che fare con i “Business” (ristoranti, cinema, teatri, bar, stadi) e solo pochi Reit’s affittano immobili residenziali, il 2021 è stato quindi un anno complessivamente positivo, anche se nel settore, che ha storicamente sovra performato l’S&P 500, permangono forti criticità.
Alcune aziende immobiliari:
- Simon property +88%
- Realty Income +18%
- Store Capital +7%
- Digital realty Trust +23%
L’altro lato della medaglia
IPO DISASTROSE
I prezzi delle aziende quotate vanno sotto pressione nei primi due anni di quotazione, la maggior parte degli investitori iniziali vede nell’ipo il momento per liquidare un investimento fatto anche 10-15 anni prima, il 2020 ha stravolto questa “tradizione” le IPO sono state tutte immediatamente premiate, dando un’idea distorta ai nuovi giovani investitori che hanno affollato i mercati con la pandemia, qua considero solo le IPO del 2019-2020
- Beyond meat -55%
- Zoom – 43%
- Coinbase -12%
- Peloton -72%
TITOLI GROWTH
I titoli indicati precedentemente rientrano nella sfera dei titoli Growth, ovvero aziende in una fase embrionale che puntano ad aumentare ricavi non temendo di lasciare in bilancio grosse perdite, qua andrò ad elencare alcuni business eccellenti che però hanno particolarmente sofferto nel 2021
- Materialise -57%
- Teladoc -51%
- Corsair -39%
- Roku -32%